Thursday, September 22, 2016

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Formazione rivoluzionaria delle donne: La Rivoluzione culturale proletaria e le donne


Formazione rivoluzionaria delle donne:

La Rivoluzione culturale proletaria e le donne

Iniziamo col testo “Sviluppare appieno la funzione della donna nella Rivoluzione e nella costruzione del socialismo” (1 agosto 1972), uscito durante la Rivoluzione culturale proletaria in Cina
, diretta e possiamo dire “scatenata” da Mao Tse Tung, con un ruolo decisivo di Chiang Ching, articoli sulla RCP e le donne, sul ruolo delle donne nell'assalto al cielo.

Proprio sul ruolo rivoluzionario delle donne e la trasformazione della loro vita da una condizione di profondissima oppressione a una di effettiva emancipazione di milioni di donne, in un immenso paese, dalle più lontane zone di campagna alle città, come forza decisiva nella rivoluzione proletaria e nella costruzione del socialismo, si può comprendere la grandezza dirompente della Rivoluzione culturale; essa è stata anche una sfida, quasi “impossibile”, contro la mentalità arretrata, conservatrice, patriarcale presente anche nei compagni, nel Partito comunista cinese – come questo testo spiega bene.

Il testo di cui riportiamo ampi stralci è tratto dal libro “A 50 anni dalla Rivoluzione Culturale” – Antologia di documenti – redatto dalla Redazione di “Proletari Comunisti”.


Da “Sviluppare appieno la funzione della donna nella Rivoluzione e nella costruzione del socialismo” (1 agosto 1972) – stralci.

...la classe operaia ha sempre associato strettamente il problema delle donne con la rivoluzione, considerando la loro emancipazione come una componente importante della rivoluzione proletaria, ed è decisamente contro la mentalità e il costume arretrato che sottovaluta la donna. Dobbiamo quindi lottare coscientemente e accanitamente contro la concezione tradizionale “l'uomo non si occupa delle faccende di casa e la donna non si cura degli affari fuori di casa” ed essere i promotori del movimento di emancipazione femminile.
Se si pensasse (come alcuni compagni) che le faccende domestiche debbano essere svolte unicamente dalle donne, e che in esse gli uomini non hanno alcuna responsabilità, ciò significherebbe in realtà limitare le donne al piccolo ambiente familiare e non permettere loro di partecipare ai tre movimenti rivoluzionari. Evidentemente bisogna prima di tutto cambiare la mentalità di questi compagni secondo cui l'uomo prevale sulla donna. Vari problemi reali derivano proprio da questa mentalità: per esempio, alcuni compagni non pianificano le nascite, e pur avendo già due, tre figlie femmine, desiderano ancora un figlio maschio; in tal modo facendo figli uno dietro l'altro si arriva ad averne troppi e quindi viene appesantito l'onere familiare cosicchè le donne difficilmente potranno evadere dalla piccola cerchia della famiglia...
Ci sono altri che non credono alla coscienza rivoluzionaria della gran massa delle donne lavoratrici e pensano che le donne possono, sì, partecipare al lavoro produttivo, ma non dedicarsi alle attività politiche: questa concezione non appartiene certamente al marxismo.

...“Le donne costituiscono la metà della popolazione: la condizione economica delle donne lavoratrici così come la loro situazione particolarmente oppressa, non soltanto dimostrano l'urgente necessità della loro opera per la rivoluzione ma confermano che esse sono una forza decisiva per la vittoria della rivoluzione” (Mao Tse Tung). La grande massa delle donne lavoratrici del nostro paese è la padrona della nazione r la forza motrice della rivoluzione. Dedicarsi alle attività politiche e partecipare alla lotta di classe è un loro diritto e un loro dovere; e quindi non è questione di essere capaci o no, e non è nemmeno questione che qualcuno glielo permetta o no...

Altri compagni pensano che la capacità delle donne è inferiore e che esse possano soltanto lottare, ma non dirigere; una simile concezione che disprezza le donne non può, evidentemente, stare in piedi... “Ora i tempi sono cambiati, uomini e donne sono uguali. Tutto ciò che può fare l'uomo lo può fare anche la donna” (Mao Tse Tung). L'abilità di ognuno non è innata, ma conquistata attraverso lotte ed esperienze...

Alcune compagne dopo essere entrate a far parte del gruppo dirigente, non conoscendo a fondo la situazione, mancando di esperienza, durante il lavoro si imbattono inevitabilmente in alcuni problemi? Ma forse che i compagni uomini non incontrano i medesimi problemi? Di fronte a questa situazione, quale decisione prendere? Interessarsi con premura e aiutarle attivamente, o criticarle da cima a fondo, lamentarsi e preoccuparsi senza fine? Lasciarle al posto di guida a lavorare e contemporaneamente imparare, o forse metterle da parte? L'atteggiamento giusto può essere solo il primo non il secondo...

C'è ancora un altro tipo di di persone le quali, pur ammettendo da una parte che la capacità delle donne non è inferiore a quella dei compagni uomini, dall'altra dice cose di questo genere: “le donne giovani devono maritarsi, le donne di mezza età devono allevare i bambini, le donne possono fare la rivoluzione solo per metà, la loro formazione non ha prospettive future”. Questo è un altro genere di pretesto contro la formazione dei quadri femminili ed è un'altra manifestazione della mentalità antiquata che disprezza le donne. Forse che le donne dopo essersi maritate e dopo aver avuto dei figli non possono più fare la rivoluzione e progredire? No, le cose non stanno assolutamente così, in fondo, fare la rivoluzione significa farla per tutta la vita non solo per un breve periodo...

Tra il popolo sussistono ancora molti pregiudizi nei confronti della donna che impediscono alla sua forza rivoluzionaria di svilupparsi; perciò organizzare bene il lavoro femminile è una seria lotta di classe, ed è anche una lotta per cambiare il costume, pertanto non deve prendersi alla leggera...

Il giorno in cui tutte le donne della nazione risorgeranno, sarà proprio quello il giorno della vittoria della rivoluzione cinese” (Mao Tse Tung)... 

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